I furti di un dipendente infedele possono mettere a repentaglio la stabilità e il patrimonio di un’azienda.

Per questo sempre più imprenditori si affidano ad agenzie investigative per dimostrare l’infedeltà dei propri dipendenti. Questo però senza ledere in alcun modo il diritto alla dignità e alla libertà del lavoratore sancito dalla nostra Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori.

Una recente sentenza della Cassazione (n.10637 del 2 maggio 2017), ha confermato infatti la legittimità del “controllo difensivo”, da parte del datore di lavoro, con l’ausilio di un’agenzia investigativa che sia non soltanto giustificato da un sospetto di illecito fondato da parte del lavoratore, ma anche ossequioso della privacy e, quindi, non invasivo.

In definitiva, per non commettere un illecito, l’investigatore non deve assolutamente vigilare sull’attività lavorativa quindi durata e qualità della stessa ma mettere in atto tutte quelle tecniche di indagine al fine di preservare il patrimonio aziendale. Ad esempio, se viene installata una telecamera di sorveglianza all’insaputa del lavoratore, essa può essere puntata solo ad uno scaffale che non inquadri l’attività del dipendente ma che faccia capire attraverso le riprese l’ammanco di merce in un determinato momento da parte del lavoratore finito nell’inquadratura. Con semplici controlli incrociati si potrà dedurre se quella merce è poi stata venduta o sottratta.

Per attuare questa sorveglianza basterà anche solo il sospetto di essere in presenza di un dipendente infedele e che questi illeciti siano in corso di esecuzione e l’azienda potrà incaricare gli iinvestigatori. Nel solco di questo indirizzo la Cassazione ha affermato il principio secondo cui “non è soggetta alla disciplina dell’art.4, comma 2 Statuto dei Lavoratori l’installazione di impianti e apparecchiature di controllo poste a tutela del patrimonio aziendale dalle quali non derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività lavorativa, nè risulti in alcun modo compromessa la dignità e la riservatezza dei lavoratori“.

L’agenzia investigativa, quindi, non può, indagare né l’adempimento né l’inadempimento dell’obbligo del lavoratore di prestare la propria opera, ma la sua attività deve rimanere circoscritta agli atti illeciti del lavoratore. Pertanto, risulta legittimo il controllo del lavoratore attraverso l’ausilio di investigatori privati quando è teso ad evitare furti o ammanchi dalle casse del datore di lavoro. Se sospetti di un tuo dipendente non aspettare altro tempo e affidati alla competenza di Effe Investigazioni che da oltre vent’anni smaschera furti e ammanchi aziendali.